Coronavirus, Gianni Bugno: “Bisogna ripartire per salvare il salvabile”

Per Gianni Bugno il ciclismo deve ripartire. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il presidente dell’Assocorridori, pur evidenziando che con la pandemia ancora in corso ci saranno alcuni rischi, ha affermato che il sistema ciclismo non può permettersi di rimanere fermo troppo a lungo. In quest’ottica l’ex corridore italiano ha accolto favorevolmente il nuovo calendario stilato dall’UCI, nonostante alcune pesanti sovrapposizioni. Che ci fossero degli scontenti, del resto, era inevitabile, ma secondo il due volte campione del mondo tutti dovranno fare dei sacrifici per permettere al ciclismo di salvarsi da una situazione che rischia di travolgerlo.

Bisogna salvare il salvabile – è il suo commento inziale – Certo non sarà facile. Ma l’importante, tenendo la guardia alzata per la sicurezza, è rimettersi in marcia, ripartire. Saranno necessari sicuramente dei sacrifici, tutti dovranno rinunciare a qualcosa, però il tentativo va fatto. Non vorrei mai dire ai miei figli che abbiamo distrutto tutto. La prudenza è importante, ma non deve diventare inerzia”.

Il coraggio di prendere decisioni è un punto sul quale il vincitore del Giro d’Italia 1990 sembra voler insistere: “Intendiamoci: non sarà facile. Il ciclismo è più difficile da gestire del calcio. Una corsa si svolge in strada, non in uno stadio chiuso. Ci sono quasi duecento corridori che si muovono lungo la strada. E tutti gli staff. È uno sport itinerante con la gente che si riversa dovunque per vederlo. Ci sono problemi di organizzazione enormi. Gli spostamenti, gli alberghi, il dover mangiare assieme. Tante variabili, e non tutti i medici sono d’accordo. Ci vuole molto coraggio, perchè basta niente per fermare tutto. Ma il coraggio è necessario. Altrimenti non si va da nessuna parte. Chi ha ragione? Lo sapremo solo alla fine…”.

Ripartire, poi, è importante soprattutto per far sì che gli sponsor restino nel mondo del ciclismo e non si vadano a verificare altri casi come quello della CCC, il cui main sponsor ha già annunciato che il prossimo anno si farà da parte: “Contraccolpi ci saranno certo, ma ripeto: bisogna salvare il salvabile. Nello sport come nelle altre attività. Chiudono negozi, aziende, bar. La gente va in cassa integrazione, i giovani perdono il lavoro. Anche il ciclismo dovrà fare dei sacrifici, ognuno in proporzione. Se entrano meno soldi, per forza bisogna rinunciare a qualcosa. È fondamentale che gli sponsor non si allontanino, perchè nel ciclismo non si paga il biglietto e i diritti tv non vanno alle squadre. Quindi, per non perdere gli sponsor, bisogna ripartire. Con prudenza, ma ripartire”.

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